Quando ascolto
attentamente, posso sentire la debole melodia portata dal vento.
“Allora
chiamiamolo un pareggio” disse Satoru, ed i bambini vennero
fuori dal nascondiglio in gruppi di due e tre.
Tutti, che
avevano età comprese tra gli 8 e gli undici anni, avevano trascorso
l'intera giornata impegnati in un cattura la bandiera su larga scala.
È qualcosa di simile ad una lunga battaglia a palle di neve in pieno
inverno, dove ci sono due squadre che devono invadere il territorio
avversario e alla fine chi riesce a catturare la bandiera dell'altra
squadra vince. Quel giorno, la nostra squadra aveva commesso un grave
errore durante la prima mossa, e sembrava rischiassimo davvero di
perdere.
“Non è
giusto. Anche noi eravamo sul punto di vincere,” Maria mise il
broncio. Lei aveva la pelle più chiara di tutti gli altri, e aveva
grandi occhi chiari. Ma più di ogni altra cosa, i suoi capelli rosso
fuoco la rendevano cospicua.
“Forza,
arrendetevi.”
“Esatto,
perché siamo stati migliori,” Ryou intervenne dopo Maria. Anche a
questa età, Maria aveva la stoffa di una regina.
“Perché
dovremmo arrenderci?” Risposi indignata.
“Perché siamo
stati miglior,” Ryou ripeté la stessa cosa.
“Ma non avete
ancora preso la nostra bandiera,” guardai Satoru.
“È un
pareggio,” dichiarò.
“Satoru, sei
in questa squadra, non é vero? Perché prendi le loro parti?”
Maria sbottò.
“Non è colpa
mia, la regola dice che il coprifuoco è al tramonto.”
“Ma il sole non è ancora tramontato.”
“Ma il sole non è ancora tramontato.”
“Pensaci
meglio, è solo perché siamo in cima alla collina, giusto?” Dissi,
trattenendo la mia irritazione. Anche se di solito siamo buone
amiche, in momenti come questi, Maria mi infastidisce.
“Ehi, dobbiamo
andare sul serio,” disse Reiko preoccupata.
“Quando
sentiamo “Going Home”, dovremmo tornare subito.”
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